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Una delle principali e più diffuse obiezioni che le persone fanno (a sé stesse e agli altri) quando giustificano la scarsa attenzione verso il proprio stato di forma fisica è la mancanza di tempo. Va detto che la società nella quale viviamo non aiuta in tal senso, dato che viviamo in un mondo piuttosto frenetico e dove ogni cosa deve necessariamente essere incastrata all’interno di un arco temporale di circa 15 ore (sul totale di 24). E proprio per questo motivo capisco perfettamente il motivo di questa obiezione. Il mio intento infatti non è quello di fare il classico spot motivazionale del tipo “se vuoi puoi” o altre ovvietà simili. Piuttosto si tratta di fare una attenta riflessione riguardo al fatto di come definire le proprie priorità, come ottimizzare il tempo di cui disponiamo (che sarà sempre troppo poco) e di capire come evitare il classico errore che commettono la maggior parte delle persone riguardo alla gestione del fattore tempo. Ecco nel dettaglio quali sono i punti chiave che analizzeremo nel corso di questo articolo:

  1. Il fattore tempo, come capire se il tempo è un problema reale e quando invece è un falso problema
  2. Ottimizzare il tempo, l’importanza e la differenza tra il tempo di monitoraggio e il tempo di valutazione
  3. Il principale errore da evitare, concedersi il tempo “giusto” comprendendo l’importanza e la differenza tra il tempo di apprendimento e il tempo adattamento
  4. La soluzione definitiva del fattore tempo, come si diventa un High Performer (persona ad alta prestazione) ottimizzando il tempo

1. IL FATTORE TEMPO – Problema reale o falso problema?

Abbiamo già accennato all’inizio di questo articolo il fatto che spesso la carenza di tempo viene indicata come obiezione che giustifica l’assenza di esercizio fisico / allenamento all’interno della propria routine.
In realtà non è il problema di tutte le persone. Non solo, non è nemmeno il problema reale di tutte le persone che lamentano questa cosa e ora ti spiego il perché.

Quando il tempo è un problema reale!

Ci sono persone che hanno oggettivamente una organizzazione personale piuttosto complicata e che quindi hanno davvero la necessità di risolvere il problema del tempo. Si tratta di quelle perone che hanno sempre l’agenda piena o che comunque svolgono una tipologia di lavoro che li porta a lavorare su appuntamento, ad orari flessibili e talvolta anche in zone diverse dovendosi spostare continuamente (spesso si tratta di imprenditori, liberi professionisti, agenti di commercio, ecc…). In questi casi possiamo considerare che il fattore TEMPO sia effettivamente un problema reale da risolvere per riuscire a prendersi cura in modo efficace della propria condizione fisica (e mentale) generale.

Quando il tempo è un falso problema!

Poi però ci sono persone, tutto sommato la maggior parte, che credono in buona fede di avere il problema del tempo, ma che in realtà non lo hanno. Si tratta di quelle persone che lamentano di non avere tempo da dedicare all’allenamento per migliorare il proprio stato di forma fisica, ma che invece hanno un problema diverso, cioè quello di non riuscire ad ottimizzarlo. Questo è il caso di quelle persone che in realtà sono già piuttosto brave/attente nel ritagliarsi il tempo necessario per sé stesse, ma non hanno la minima idea di come renderlo efficace. Il classico esempio è il seguente: (quello che segue è un dialogo che si ripete spesso nel primo incontro conoscitivo) “Non ho tempo di fare allenamento; però faccio almeno un’ora di camminata tutti i giorni” Stando così le cose significa che circa 7 ore a settimana vengono impegnate per camminare. E quasi sempre questo è un tempo che viene strappato con i denti dalla propria routine giornaliera. Se le cose stanno così, allora il problema del tempo non esiste (falso problema), perché in questo caso sarà sufficiente impegnare anche solo la metà del tempo dedicato alla camminata, per ottenere un aumento esponenziale di risultati attraverso un percorso di allenamento personalizzato. E avanzano pure alcune ore da dedicare ad altro (oppure da poter continuare a dedicare alle camminate).

2. OTTIMIZZARE IL TEMPO – L’importanza e la differenza tra il tempo di monitoraggio e di valutazione

Come dicevamo poco sopra, il primo livello di ottimizzazione riguarda il fatto di comprendere che ognuno di noi non ha un tempo illimitato (purtroppo) e che quindi è necessario sfruttarlo nel modo migliore possibile. Non ha senso sprecarlo svolgendo attività che non producono nessun risultato, per più motivi:

  • perché è tempo sprecato
  • perché porta inevitabilmente a perdere motivazione
  • perché ci espone al rischio di infortuni
  • perché non ci porta nella direzione dei risultati / soddisfazioni desiderate

Detto ciò, un secondo livello di ottimizzazione risiede nel fatto di affidarsi ad un metodo che permetta di limitare gli errori e di imparare a rendere sempre più efficaci gli allenamenti: si tratta di due processi che dovrebbero sempre far parte di un approccio scientifico, ma che sono quasi inesistenti nel mondo dell’allenamento:

  • il tempo di valutazione
  • il tempo di monitoraggio

Il tempo di valutazione

E’ quel tempo che un professionista dovrebbe dedicare ad ogni singola persona per decidere e definire ogni minimo dettaglio che riguarda una proposta di allenamento personalizzata. Avete presente quello che succede quando si svolgono i corsi collettivi o con piccoli gruppi (in presenza oppure online è la stessa cosa)? Ecco questo è esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare per ottimizzare il tempo che decidiamo di dedicare a noi stessi. E molto spesso questa mancanza del tempo di valutazione lo si nota anche nelle lezioni di personal training svolte da istruttori / personal trainer che semplicemente improvvisano, come se avessero la sfera di cristallo per conoscere le caratteristiche e le dinamiche dello stile di vita della persona con cui hanno a che fare di volta in volta.

Il tempo di monitoraggio

E’ quel tempo che un professionista dovrebbe dedicare ad ogni singola persona per decidere, definire ed eventualmente correggere ogni minimo dettaglio che riguarda una proposta di allenamento personalizzata. Anche in questo caso si tratta di un processo che il più delle volte viene completamente ignorato dalle palestre, dagli istruttori e dai personal trainer. E anche in questo caso è tutto tempo perso ai danni di chi sta cercando di impegnarsi per ottenere certi risultati. Monitorare un percorso di allenamento significa dotarsi di un metodo in grado di registrare dati e informazioni che riguardano sia l’allenamento che altri parametri dello stile di vita di una persona e di utilizzarli per ottimizzare di conseguenza il percorso di allenamento.

3. IL PRINCIPALE ERRORE DA EVITARE

Concedersi il tempo comprendendo l’importanza e la differenza tra il tempo di apprendimento e il tempo adattamento Ammesso di aver superato con successo l’obiezione del fattore tempo e di aver compreso come ottimizzarlo, ora resta un errore molto diffuso che va assolutamente evitato per non rischiare di compromettere quanto di buono si sta facendo. Succede infatti di iniziare un percorso di allenamento personalizzato e con più o meno difficoltà (dipende da soggetto a soggetto) di riuscire ad ottenere i primi risultati e le prime soddisfazioni. Poi però passano i mesi e gradualmente si tende arrivare ad un plateau, una fase di apparente stallo dove le cose sembrano non progredire più o almeno non più come all’inizio. In realtà il raggiungimento di questo livello è di per sé un successo perché significa essersi messi alle spalle le prime difficoltà e i primi margini di miglioramento. Già il fatto di comprendere che il raggiungimento di questa condizione si tratta di un successo e non di un fallimento non è facile da digerire per tante persone. Ma a questo punto, soprattutto se manca un piano di azione ben definito, l’errore che commettono quasi tutte le persone è quello di iniziare ad andare per tentativi (a caso) senza nessun criterio e nessuna logica. E questo è il modo migliore per buttare all’aria quanto di buono fatto prima. È invece indispensabile comprendere che bisogna concedersi il tempo necessario di apprendimento e di adattamento.

Il tempo di apprendimento

E’ quel tempo necessario per imparare alcune tecniche e metodologie di esercizio (e anche di gestione del proprio stile di vita) che in nessun modo possono essere bypassate. È un tempo necessario. Piuttosto il problema è quello di dotarsi di un sistema che sia in grado di fornire ad una persona questo apprendimento. E per farlo sono necessarie prima di tutto le competenze di personale qualificato da un punto di vista tecnico, ma anche disposto ad ascoltare le esigenze di ogni singola persona. Poi servono anche gli strumenti per poter sfruttare appieno questo processo di apprendimento. Anche in questo caso mi affido ad un esempio: avete presente le palestre e i personal trainer che svolgono corsi collettivi e/o a piccoli gruppi (in presenza oppure online)? Ancora una volta questi sono classici esempi di come non si dovrebbe fare o almeno sono esempi di totale assenza di un sistema di apprendimento in grado di aiutare le persone a migliorarsi. Un sistema di apprendimento dovrebbe garantire almeno due cose principali:

  1. Una assistenza puntuale e personalizzata
  2. Una piattaforma didattica dove poter imparare le tecniche, le metodologie, dove poter correggere gli errori e dove poter imparare ad ottimizzare il proprio stile di vita

Il tempo di adattamento

E’ quel tempo necessario da concedere a sé stessi (e al proprio corpo) per assorbire gli stimoli di allenamento proposti, per innescare le reazioni fisiologiche, ormonali e metaboliche che servono per cambiare il proprio corpo, le proprie prestazioni e i propri risultati. Anche in questo caso si tratta di un processo che dovrebbe essere strutturato, misurato e monitorato da personale competente e che dovrebbe essere cucito attorno ad ogni singola persona. Non è possibile pretendere che una proposta di allenamento uguale per tutti (come accade nelle video lezioni o nei corsi in genere) possa determinare risultati adeguati per tutti. Sarebbe fuori da ogni logica.
All’interno dell’articolo Il principio di adattamento viene approfondito questo concetto molto importante all’interno di un programma di Allenamento Sequenziale.

4. LA SOLUZIONE DEFINITIVA DEL FATTORE TEMPO

Risolvere il problema del tempo per tendere a diventare un High Performer La soluzione definitiva del fattore TEMPO deriva in estrema sintesi dall’applicazione di tutte le indicazioni descritte al punto 1, 2 e 3 di questo articolo. Si tratta di uno dei due principali problemi che risolve il metodo di Allenamento Sequenziale e proprio per questo motivo è molto spesso richiesto da imprenditori, liberi professionisti o comunque da persone sensibili a questa specifica esigenza. Queste sono in genere le motivazioni principali che spingono le persone ad iniziare un percorso di Allenamento Sequenziale:

  • la sensazione impagabile di sapere di fare sempre la cosa giusta, al momento giusto ottimizzando il tempo che si decide di dedicare a sé stessi;
  • la consapevolezza di imparare a gestire sempre meglio l’efficacia dei propri allenamenti, ma anche i vari parametri dello stile di vita;
  • il piacere di godere dei vantaggi funzionali ed estetici che si ripercuotono anche sul lavoro e sulle faccende della vita quotidiana;
  • la sensazione di avere sempre una forte motivazione indotta da un metodo stimolante e che spinge verso un costante miglioramento personale;
  • ambire ad un livello sempre migliore di High Performer!

Tutte queste sono le principali motivazioni che spiegano perché ci sono persone che seguono per tanti anni consecutivamente il proprio percorso di Allenamento Sequenziale. Il livello di miglioramento personale è un processo che potenzialmente non ha mai fine.

Buon allenamento!